L'isola degli inganni by M.P. Shiel

L'isola degli inganni by M.P. Shiel

autore:M.P. Shiel
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Serra e Riva
pubblicato: 1979-05-14T16:00:00+00:00


LA FINESTRA DELLA CAMERA

Proprio allora Shan Healy stava correndo in bicicletta (aveva perso il treno) da Parigi a Versailles; spesso attraversava villaggi con strade lastricate di vecchie pietre che lo urtavano senza pietà: si sfogava con imprecazioni, mentre il sudore gli scorreva sul volto. Erano le sei quando raggiunse Versailles e la Villa Medici, una delle dimore della Comtesse de Pichegru-Picard; vi arrivò di volata, dopo aver percorso un viale di tigli; giunto davanti alla facciata del palazzo chiese con insistenza di parlare a Miss Ruth Vickery.

Fu condotto alla porta di una stanza al centro della quale tre donne, due signore anziane e Miss Vickery, stavano parlando con animazione, sebbene a bassa voce; insieme, erano un turbine di parole. Spesso cercavano di esprimere contemporaneamente il loro parere, sembravano tutte stanche e sciupate come se durante l’intera giornata non avessero fatto altro. Intanto, in un angolo lontano, nell’oscurità, Miss Eve giaceva addormentata: forse era stanca, forse era svenuta. Shan Healy si fermò sulla soglia; riusciva a sentire la Contessa di Pichegru-Picard, che egli conosceva molto bene, mentre esclamava, levando in alto gli occhi e le braccia: «Mia cara Lina, forse si può far cambiare opinione ad un angelo, ma è impossibile convincere una santa che sia per di più inglese». Questa donna, benché fosse lei stessa inglese, parlava la sua lingua con evidente fatica ed in modo molto esitante; era alta e bella, somigliava a Miss Eve, sua nipote, per indole e atteggiamenti.

«Ma zia,» disse Miss Ruth, supplichevole, «abbiate pazienza con me; voglio il suo bene, e Dio lo sa. Chiedetevi come posso, come potrei tentare di convincere Eve a sposare un uomo che sembra sia totalmente amorale, che ha un’anima pagana, mire degne di Cesare e il cui Dio è l’arroganza. Credo che Eve non acconsentirebbe mai, se la conosco! Voi stessa l’avete sentita dire…».

«E allora, in nome di Dio, perché l’ha baciato mentre tutta Parigi guardava?» esclamò la Comtesse de Pichegru-Picard.

«Zia,» mormorò Miss Ruth, abbassando le palpebre e diventando di color rosso vermiglio in volto «sapete che Eve non l’ha “baciato”; è stato lui a “baciarla”».

«Mia buona Ruth» osservò la terza signora, una certa Madame Lina Grammont «il mondo non fa queste sottili distinzioni, credimi: sa che in un bacio l’uomo incomincia contro la volontà della donna, ma finisce anche contro la sua volontà».

«Proprio così» sottolineò la Comtesse de Pichegru-Picard; «insomma, conosciamo gli inglesi: si tratta ancora di quel loro piccolo manierismo che li conduce a credere che una donna sia fatta di tutto, tranne che di carne e di sangue. Comunque la realtà che abbiamo di fronte è questa: Eve ora è costretta a sposarsi immediatamente; e ripeto che lo scandalo sarà minore se tra i due uomini ella sceglierà quello che l’ha baciata».

«Certo, lo scandalo sarebbe minore» rispose Miss Ruth; «inoltre voi non dite, benché lo pensiate, che il fasto mondano sarebbe maggiore; fortunatamente per la sua pace, però, credo che Eve preferirebbe vivere in una capanna insieme ad un cristiano come il Comte de Courcy, piuttosto



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